#metoo & #cuentalo



“” Non si placano le polemiche in Spagna dopo la sentenza shock di Pamplona nei confronti di cinque uomini condannati a 9 anni (anziché 20, come chiesto dall'accusa) con l'accusa di semplice "abuso sessuale", e non di violenza, per aver stuprato una 18enne durante la festa di San Fermin, due anni fa. Motivo del cambio della fattispecie di reato: la vittima (pietrificata) non oppose resistenza ai suoi aggressori, e quindi, secondo il tribunale, non fu consumata violenza.””


#cuentalo 

... oltre alle costanti manifestazioni, internet è il nuovo campo di battaglia davanti alle ingiustizie, e grazie a questo hashtag che si è diffuso in tutto il web. 
E così un’ ondata di indignazione pubblica decide di cambiare la funzione dei social e migliaia di donne hanno deciso di raccontare le loro storie di abusi e violenze, dietro a uno schermo è forse più facile.

Ma sono migliaia i post, alcuni contengono storie strazianti, una realtà a cui a volte non pensiamo eppure tutte noi donne ne siamo soggette.


Vi voglio riportare alcune delle storie che mi hanno più colpito:


1)  Aveva tre anni, il suo patrigno l’ ha pestata, stuprata e strangolata a morte solo perché piangeva troppo.


2)  Aveva undici anni, fu violentata, picchiata e uccisa asfissiata. Ritrovata dentro una borsa dentro casa sua dopo nove anni.


3) Aveva diciassette anni ed ad una festa fu violentata da alcuni amici e uccisa.


...


Perché ne hanno di storie da raccontare! Ne hanno di violenze subite! 


Tutto ciò ricorda un altro hashtag, molto famoso #metoo nato su Twitter per denunciare abusi e violenze o richieste sessuali su posti di lavoro, scolastici per far comprendere al mondo la magnitudine del problema.


La campagna si è allargata anche a Facebook e a Instagram. E qualche uomo ha iniziato a lasciare tracce di pentimento sui propri misfatti. Prima commentando le testimonianze di molestie con " I have ". Ben presto il comune mea culpa si è però trasformato nell' hashtag #ihave: due parole dal potenziale dirompente nell' universo maschile.






Insomma, a mio parere, si sta cercando di prendere coscienza del problema e forse si arriverà ad una evoluzione del sistema. 
Perché riconoscere che non è il problema del singolo, ma di portata mondiale e che non si può incolpare la vittima già è un primo passo, sperando che questa diffusione di storie e contenuti non venga vista come "" un' altra inutile campagna di Internet"", ma una presa di posizione.





                                                     Veronica Catalano

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