She’ s gotta have it ~ recensione



Ho appena finito di guardare “She’s gotta have it”. In realtà non l’ho guardata, l’ho letteralmente divorata!
La protagonista è Nola Darling, una giovane artista afroamericana di Brookling che cerca di destreggiarsi tra i suoi amanti cercando di rimanere fedele a se stessa e ai suoi sogni. 
Perchè ho amato Nola? Semplice! E’ un’artista di talento, non ha paura del giudizio altrui, vive la propria sessualità senza limiti o pregiudizi e rimane sempre del parere che lei è la cosa più importante della sua vita.
Le tematiche sono ovviamente diverse e non mi soffermerò su ognuna di esse. Viene affrontata la questione razziale senza cadere nel banale. Viene messa in ballo la sessualità di Nola e la sua “esagerata emancipazione” che la fa finire automaticamente nel cassonetto dei rifiuti con su scritto “SGUALDRINE”. Nola si ribella, rifiuta la logica patriarcale per cui se hai una vita sessuale attiva sei una poco di buono. Rifiuta le etichette. E il tema ritorna più forte di prima, come uno schiaffo in faccia, nel momento in cui Nola viene molestata. Si parla anche dell’oggettificazione del corpo  e di come questa caratterista da sempre presente nella società venga vista come blasfema solo se riguarda il corpo maschile (la scena finale in tal senso è da 92 minuti di applausi) e c’è anche una parentesi sull’elezione di Donald Trump.
Ultima nota: le colonne sonore della serie sono illustrutate dalle copertine degli album e questo è meraviglioso perché avete presente quando senti una canzone e non sai quale sia ? Qui non succede.
Inoltre, come si vede dalla prima puntata,  rappresenta il problema di come gli uomini trattano le donne per la strada ( insultandole, chiamandole con nomignoli non educati, a volte perfino abbaiando...).

La protagonista si ribella a tutto questo e vedrete come... 


                                                                 Veronica Catalano

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